mercoledì 8 settembre 2010

Castelli, persone sconosciute, collari bianchi e odore di cloro (parte1)


Ho passato l'estate in piscina facendo il bagnino e ad agosto, quando i ricchi detentori di piscine condominiali stanno in Sardegna a pagare 20 euro un bicchiere di succo di frutta, sono stato completamente solo: io, la piscina e le mie amate serie.
Ho molto da raccontare e per non fare torti a nessuno procederò in ordine cronologico:
I primi di luglio mi sono concesso un recupero filologico della prima stagione di Castle seguita a ruota dalla seconda. Il telefilm che accoppia un giallista di successo e una detective della omicidi è godibilissimo. Gran parte del merito va alla bravura di Nathan Fillion, che un po' imbolsito dopo Fire Fly, è piacevolmente ridicolo nella parte dello sciupafemmine. I battibecchi fra i due e l'ottima sceneggiatura dei casi completano il quadro rendendo la serie un gioiellino per tutta la famiglia e per chi vive l'estate tra i marasmi del cloro. Invece ad aver sniffato un po troppi materiali tossici sono gli sceneggiatori dio "Persons Unknown" che confezionano una carnevalata senza pari. La storia davvero poco originale parte bene, se non proprio a una velocità da far impazzire l'autovelox. Si parla di un gruppo di sconosciuti, rapiti e portati una cittadina fantasma in mezzo al nulla...lo scopo? Annoiarci a morte!
Persons Unknown somiglia ai classici del genere (dal fuggitivo al prigioniero a the cube) con una regia e una fotografia che ricordano un po' i vari Saw et simili, ma non riesce a introdurre nessun nuovo elemento e soprattutto non tiene il ritmo della prima puntata. Il picco di incoerenza e incredulità si raggiunge quando un giornalista che sta investigando sugli scomparsi sbarca in Italia ed ecco al via un'infinita serie di clichè come in una barzelletta: il mafioso, il poliziotto e il prete. Insomma noia e anche un po' di imbarazzo per una superproduzione che aveva tutte le carte in regola per fare il botto e invece ha finito per schiantarsi senza neanche tanto rumore.
L'ultima serie dell'inizio di agosto è White Collar, un truffatore dandy e geniale in prestito all'FBI come consulente per il reparto frodi finanziarie. Se chiudiamo un occhio sull'inverosimiglianza della maggior parte delle situazioni in cui si trova il nostro Neal Caffrey e sulla totale incompetenza dell'FBI (secondo gli sceneggiatori) rimaniamo cechi, ma ci possiamo divertire comunque. Il vero protagonista di White Collar, come succede sempre più spesso, finisce per essere la spalla comica al secolo "Mozzie"; Il calvo e occhialuto Willie Garson ruba la scena al fascinoso protagonista Matthew Bomer con una serie di gag esilaranti, vi innamorerete del paranoico e intellettualoide pelatino e non ne potrete più fare a meno.
To be continued...

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