martedì 5 aprile 2011

The Killing



È partita la nuova serie di AMC e di certo non potevo farmi trovare impreparato, ho letto un po' tutto quel che ho trovato sul web, so che è un remake di un'acclamata serie danese andata in onda nel 2007. La serie originale era composta di 20 episodi da un ora l'uno e pare fosse un piccolo capolavoro. Ora il problema è che se non sai il danese l'originale sei costretto a vederlo con i sottotitoli e l'audio in lungua... scusate il mio oscurantismo e tradizionalismo, ma io in danese le serie non le vedo. Quindi a differenza dei ragazzi di Itasa sono convinto che la nuova serie di AMC, non sia poi così inutile.
The Killing è la storia delle indagini sull'omicidio di una ragazza diciasettenne e di come la sua morte influenzi il mondo che le gravita attorno fino ad avere ripercussioni sulla città e la società stessa in cui vive. "Il peso di una vita" sembra essere il tema centrale, più dell'investigazione stessa, che comunque lascia incollati alla poltrona. A capo delle indagini una donna e una madre al suo ultimo giorno di lavoro, al suo ultimo giorno in città dove rimane per un senso del dovere che va forse oltre al distintivo e alla giustizia, ma ha radici profonde nel suo essere parte integrante del mondo che l'omicidio ha sconvolto.

The killing vive del cielo basso e grigio di Seattle, di piogge battenti e di panoramiche aeree su parchi neri. La colonna sonora da i brividi enfatizza e aumenta l'ansia che permea ogni immagine. A questo fine coopera la regia e la fotografia che si fermano su piccoli, dettagli, su giochi di colori (come maglione, unghie, bicicletta di Rosie, tutti e tre rosa). Gli attori fanno tutti dannatamente bene la propria parte, creando quell'empatia necessaria alla comprensione del loro dolore e senza andare mai troppo sopra le righe con il rischio di finire in burletta.
Non si ride in the Killing, le parole sono macigni, gli sguardi aprono breccie nelle nostre sicurezze, il dubbio non ha prediletti e si cucie addosso a tutti.

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