mercoledì 3 novembre 2010

Il fratellino di The Office


Ho letto che con la fine di The Office, Outsourced sarebbe diventato il suo erede virtuale. Mi è sembrato quindi più che logico dover dare un'occhiata al nuovo show. Mi sono seduto in poltrona e, come una mamma un po' acidella, ho valutato Outsourced cercando di capire se fosse all'altezza di "the office".
Come il suo predecessore il nuovo show targato NBC è il remake di una serie UK.

La storia è semplice, un call center americano viene trasferito in India, dove la società può abbattere i costi di manodopera, e un giovane manager viene inviato in loco a guidare un team di lavoratori indiani. La società a cui fa capo il call center è la "American Novelties" produttrice di intramontabili classici come la testa di cervo che canta Sweet home Alabama e cacca e vomito finti. Il compito del giovane manager, Todd Dempsy, sarà rendere produttivo il suo team insegnandoli cosa vuol dire essere americano cioè: comprare cose inutili.

Lo scontro-incontro fra le due culture rende lo show apprezzabile sperando che non si scada in clichè fin troppo triti. Il gruppo di lavoratori indiani e il triangolo amoroso creato tra Todd, una sua dipendente indiana e una sua collega australiana sembrano creare, fino ad ora, la trama orizzontale lasciando ampio spazio agli "assoli" dei vari personaggi che compongono questo nuovo "office".
Ad Outsourced mancano forse i momenti di puro imbarazzo e l'umorismo scorretto di The Office, ma anche nella parte della madre esigente devo dire che si merita la nostra attenzione.

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