mercoledì 14 gennaio 2009

Un piccooooooooolo progettuzzo


Soggetto:

Nel tumultuoso regno d'Inghilterra viene incoronato un nuovo giovane re, Re Artù!

Al fianco del nuovo e acerbo sovrano siede Merlino, che tesse progetti per il destino del ragazzo; un destino di gloria... un destino di leggenda!

Ma il sogno del mago è destinato a scontrarsi con la dura realtà: Artù è un ragazzino di campagna col cervello di uno scoiattolo, la prestanza fisica di un malato di tisi e l'agilità sconfortante di un pesce tirato a riva. Per porre rimedio alla nullità del nuovo re Merlino decide di tentare un grande incantesimo e evocare direttamente dalle pagine dei libri che tiene nella biblioteca grandi personalità e valorosi condottieri, sperando che il piccolo Artù segua il loro illuminante esempio e diventi il Re della leggenda. Purtroppo l'incantesimo non funziona esattamente come dovrebbe...

Merlino apre un grande libro e, davanti agli occhi stupefatti (e un po' vacui) di Artù, evoca dalle pagine il Paladino Orlando, purtroppo ha aperto il libro troppo avanti e si ritrova nella stanza un bruto che ha forti difficoltà a mettere insieme soggetto e predicato ed è costantemente schiumante di rabbia: ha beccato Orlando, quando già era impazzito. Visto il primo risultato Merlino decide di cambiare genere e tira fuori dalla sua biblioteca senza tempo un DVD di Akira Kurosawa e prova a evocare i sette samurai, guerrieri d'onore pronti al sacrificio per difendere i deboli. Purtroppo anche questa volta qualcosa va storto e i Sette Samurai vengono evocati in un solo corpo dando vita a un giapponese schizofrenico con 7 personalità diverse. Ritenta allora aprendo la Bibbia e prova a richiamare il santo Gesù, sicuro che questa volta nulla potrà disturbare il suo incantesimo. Solo che la magica mano dell'incantesimo di Merlino cerca di afferrare Gesù proprio durante l'ultima cena, proprio quando Giuda si stava piegando verso il salvatore dell'umanità per sussurrargli in un orecchio. Merlino ormai stremato e affranto si accontenta dello strampalato risultato ottenuto.

Per fare in modo che Artù cresca e diventi cosciente della sua posizione Merlino spedisce il ragazzo, insieme ai tre “evocati” (sarebbe meglio dire 9 contando sette volte il samurai), alla ricerca del Santo Grall. La cerca è naturalmente totalmente metaforica, il viaggio è l'importante, il mago è certo che nessuno sia in grado di trovare il magico artefatto e che invece durante il cammino il giovane Artù maturi e diventi cosciente della sua posizione nella storia.


Da qui in poi il gruppo formato da: un bambino un po' scemo che si trascina dietro Excalibur, un semi-primitivo incazzato cronico, un nano giallo schizofrenico e il re dei traditori, parte all'avventura, un'avventura che dimostrerà quanto Merlino si sbagliava e come, un gruppo di pazzi, incoscienti, meschini e idioti, sia l'unica speranza di trovare il calice perduto.





TAVOLA 1


Vig. 1,2

Il giovane Artù estrae la spada dalla roccia, attorno a lui una folla festante, ai piedi della Roccia Merlino sorridente

Did: “Fu poco dopo capodanno, poco dopo l'entusiasmante notte in cui il giovane Artù estrasse la spada dalla roccia che Merlino iniziò a nutrire i primi dubbi”

Vig.3

Merlino e Artù camminano nei pressi di un laghetto. Merlino guarda verso l'alto mentre cammina e parla al giovane Artù come fosse un filosofo greco alle prese con un suo studente.

Did: “Il giovane aveva qualche difficoltà a mantenere viva l'attenzione”

Merlino: -Devi capire che il potere concesso dalla tua posizione comporta una certa quantità di oneri-


Vig.4

Piano americano di Merlino rotea un dito nell'aria per sottolineare quel che dice al ragazzo

Merlino: -ma anche che tali doveri, se svolti con passione e tenacia, comportano onori non da poco-


Vig.5

Primo piano di Artù concentratissimo, gli occhi ridotti a due fessure, sembra attento a quello che gli sta dicendo Merlino.


Vig.6

Si allarga il campo. Artù ,la lingua di fuori per la concentrazione, accovacciato accanto a un sasso piatto su cui stanno dei gherigli rotti e una noce intera brandisce sopra la testa Excalibur che sta usando per rompere le noci.






TAVOLA2


Vig.1

Piano americano di Artù con Excalibur al fianco e la faccia rossa per lo sforzo.

Ono:Sgniiiiik-


Vig.2

Si allontana un po' la prospettiva, la punta di Excalibur ha disegnato un solco profondo sul pavimento in legno alle spalle del giovane re.

Did: “Non aveva esattamente la prestanza di un grande combattente”

Ono: -Sgniiiiiik- (rumore della spada che struscia sul pavimento)


Vig.3

Merlino guarda allibito Artù che trascina la spada per il corridoio, mentre il ragazzo solleva il capo per incontrare lo sguardo del mago (molto più alto di lui), con una faccia da pesce lesso.

Artù: -Non la potevano fare più piccola questa Esalibur!-


Vig.4

Merlino paonazzo dalla rabbia gli occhi strabuzzati guarda Artù con uno sguardo che lo incenerirebbe, Artù ricambia con uno sguardo di innocente deficienza.


Vig.5

Merlino di spalle che si allontana di corsa attraverso il corridoio agitando le mani sulla testa

Merlino-E comunque si dice Excalibur!Excalibur!-


Vig.6

Nel corridoio c'è di nuovo solo Artù che trascina la spada continuando a fare il solco nel terreno

Ono: -Sgniiiiik-






TAVOLA3


Vig.1-2

Un lungo corridoio buio con una sola torcia appesa al muro, sulla destra la porta di una camera, dalla porta esce un grosso baloon di qualcuno che grida

Artù: -MERLINO!-


Vig.3

Stessa inquadratura di prima, solo che ora il corridoio è rischiarato dalla luce del bastone del mago, che ha l'aria allarmata.


Vig.4

L'entrata della camera da letto di Artù, Merlino ha appena aperto la porta sbattendola. Artù intanto nel letto con le coperte tirate fin quasi al naso, con il pomo della spada che spunta dal risvolto del copriletto.

Artù: -Non si innumina Merlino- -Perchè il tuo bastone si innumina e la mia spada no?-


Vig.5

Stessa scena di prima, la porta che sbatte, questa volta perché è stata chiusa e un baloon di merlino che dal corridoio grida

Did: “E non sembrava per nulla impressionato dal potere che gli era stato concesso tramite la magica spada”

Merlino: -Si dice Illumina!Illumina!-






TAVOLA4


Vig.1

Did: “La preoccupazione di Merlino per le Sorti del regno era sempre più profonda”

Merlino cammina per il palazzo a testa bassa mentre si liscia la barba


Vig.2

Did: “Come poteva il condottiero destinato a riunire i popoli dell'Inghilterra, il sovrano destinato a presiedere alla tavola rotonda, il signore che impugnava la sacra Excalibur...”

Merlino appoggiato al davanzale di una grande finestra, dietro di lui due servi guardano a terra una lunga riga sul pavimento in pietra


Vig.3

Stessa immagine di prima solo che ora Merlino ha la faccia sconfortata e un servo parla

Did: “...essere un idiota!”

Servo: -Il Re deve essere passato di qui!-

giovedì 8 gennaio 2009

Un assaggio di sceneggiatura



Ciò che viene di seguito sono due tavole di prova appartenenti al progetto a cui sto lavorando con il mio fido socio Stefano Marsiglia. Per non farvi brancolare nel buio contestualizzo brevemente: Ulisse e il suo compagno mezzo-satiro (Sileno)si ritrovano a scappare da un'orda di zombi; i due si trovano in questa incresciosa situazione visto che qualcuno ha rubato ad Atena la sua lancia sacra e, la dea della ragione è impazzita, privando del senno i suoi fedeli che ora vagano per le strade della sua città trasformati in bestie prive di morale.
(I due shizzi qua sopra sono del buon riccardo Torti che sta avendo la pazienza di aiutarci a dar forma ai nostri folli pensieri)

TAVOLA 1

Vign. 1
Primo piano di Ulisse, la testa su uno sfondo di legno, i capelli bagnati appiccicati al volto. L'espressione del viso atteggiata a una smorfia di fatica.

Ulisse: -Blocca le finestre Sileno!-

Vign. 2
Interno di una casa, spoglia, Sileno sta spingendo un grosso armadio davanti a una finestra coperta già per metà dal mobile. Il mezzo satiro gonfia le guance per lo sforzo, il corpo completamente zuppo di sudore.

Sileno: -La fa facile lui.-

Vign. 3-5
Ulisse con le spalle appoggiate a una porta in legno, le gambe muscolose piantate a terra per fare forza, la spada di Achille, con la lama insanguinata, stretta nel pugno. Tutto attorno alla porta sbucano decina di braccia umane che tentano di afferrare Ulisse, e altrettanti fumetti con scritto solamente -Fame-.

Ulisse: -Eppure l'avevo detto che era un festa PRIVATA!-

Vign. 4
La porta che sta reggendo Ulisse vista di lato. Una sorta di spaccato della casa che divide in due la vignetta: da una parte si vedono gli uomini privi di volontà che premono per entrare, dall'altra l'interno della casa, Sileno ora piazzato accanto a Ulisse tiene la porta appoggiato di spalle come il compagno (attenzione Sileno è molto più basso di Ulisse quindi il primo sarà inquadrato di profilo con un piano americano mentre di Sileno vedremo solo il viso e una spalla).

Sileno: -Non reggeremo molto-
Ulisse: -Allora bisognerà...-

Vign. 6
Stessa inquadratura di prima. Ulisse si è staccato dalla porta e mena un fendente contro le braccia che si spingono all'interno della casa. Gli arti recisi volano per la scena mentre Sileno sgrana gli occhi per la paura (la spada gli è passata molto vicino). All'esterno gli uomini-zombi gridano tenendosi i moncherini insanguinati.

Ulisse: -Tagliare via il superfluo!-












TAVOLA 2

Vign. 1-2
Ulisse e sileno (figura intera) seduti per terra davanti alla porta, le teste piegate all'indietro, appoggiate al legno, le braccia tra le gambe, le ginocchia piegate, la spada di Achille appoggiata in terra. Si sente solo il suono dei loro respiri.

Ono -UFF UFF-

Vign. 3
Stessa posizione della Vign. 1, solo che ora Ulisse guarda Sileno con un ghigno sul viso stravolto dalla stanchezza, mentre il satiro fissa il vuoto.

Ulisse: -È dura essere tanto famosi!-

Vign. 4
Uguale alla Vign. 1 ora i due ridono a crepapelle.

Vign. 5
Stessa inquadratura delle altre. Ora Sileno guarda con un ghigno cattivo Ulisse, che sta ancora ridendo.
Sileno -La prossima volta che la vostra spada mi passa tanto vicino, vi avveleno il pranzo...-

Vign. 6
Ulisse gli occhi comicamente sbarrati dalla sorpresa, Sileno con un sorriso ancora più largo di prima.

Sileno -...vostra Maesta!-